Abituare un bambino a dormire da solo, non è semplice. È però necessario che impari a farlo anche se ha paura o piange. Vediamo quando e come farlo.
Nella maggior parte dei casi il contatto con i genitori aiuta i bambini a rilassarsi e, di conseguenza, ad addormentarsi. Anche i genitori, però, hanno bisogno di spazi in cui mantenere la loro intimità, e il la camera da letto è uno di questi, per questo sarebbe meglio abituare il bambino a dormire da solo sin dai primi giorni di vita.
Questa scelta porta con sé anche altri vantaggi, primo fra tutti aiutare il bambino a sviluppare una personalità più sicura e a combattere l'ansia generata al distacco. Infatti il momento di andare a dormire rappresenta per il piccolo una vera e propria separazione dai genitori associata alla paura di non ritrovare, al risveglio, il proprio mondo di affetti.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che quando il bambino è piccolo farlo dormire da solo riduce il rischio di soffocamento. Infine, non bisogna sottovalutare la possibilità che dormendo nel letto con la mamma il piccolo faccia fatica ad abituarsi agli orari dell'allattamento.
Perché abituare un bambino a dormire da solo.
Poiché più passa il tempo più il distacco dai genitori diventa difficile, alcuni esperti consigliano di far dormire il bambino nella sua stanza già quando è molto piccolo, anche prima che compia il primo anno di vita. Un bimbo che dorme ancora nella culla non riesce infatti a uscire dal suo letto per correre nella camera dei genitori, e questo eviterà di fargli credere di poter andare da mamma e papà in qualunque momento della notte, proprio come se fosse un gioco.
In ogni caso, per riuscire nell'intento è prima di tutto importante che i genitori siano uniti e fermi nelle loro decisioni, e che entrambi ricordino che non è necessario sentirsi in colpa se un bambino non riesce a dormire tutta la notte. In questo modo sarà meno difficile averla vinta sulle lacrime del piccolo.
Come abituare un bambino a dormire da solo?
Fra gli approcci consigliati ce n'è uno che richiede di portare pazienza proprio da questo punto di vista; infatti secondo alcuni esperti per abituare il bambino a dormire da solo ci si dovrebbe rassegnare alla possibilità di lasciarlo piangere per un po' prima di correre a consolarlo.
La teoria alla base di questo approccio sostiene che se il bambino si abitua a essere coccolato per addormentarsi non riuscirà mai a farlo da solo. Di conseguenza, anche nel caso in cui si dovesse svegliare durante la notte finirebbe inevitabilmente per aver bisogno di un genitore per potersi riaddormentare.
Secondo i sostenitori di questa teoria il pianto sarebbe un inevitabile effetto collaterale dell'allenamento del bambino ad addormentarsi da solo. Dal punto di vista pratico, il loro consiglio è mettere il bimbo nella sua culla o nel suo lettino quando è assonnato ma non ancora addormentato, dargli la buonanotte e lasciarlo solo già al primo tentativo.
Nel caso in cui si dovesse mettere a piangere è bene attendere 3 minuti prima di correre a consolarlo. Solo trascorso questo tempo si può tornare nella stanza per non più di 1 o 2 minuti, lasciando la luce spenta e parlando a voce bassa e con tono rassicurante, senza però prenderlo in braccio e andandosene prima che si sia addormentato, anche se sta ancora piangendo.
Se il bambino non dovesse riaddormentarsi si può tornare a consolarlo, ma solo dopo aver aspettato per 5 minuti dall'inizio del nuovo pianto. A partire dal terzo tentativo, invece, i minuti di attesa devono essere 10. E se il bambino dovesse riaddormentarsi per poi svegliarsi nuovamente andrà riproposto lo stesso schema.
A partire dalla seconda notte i minuti di attesa devono salire a 5 per il primo pianto, 10 per il secondo e 12 per il terzo, e ad ogni notte successiva bisogna avere la forza di attendere sempre più a lungo. In questo modo nell'arco di una settimana al massimo il bambino dovrebbe abituarsi a dormire da solo.
D'altra parte, c'è anche chi sostiene che i bambini che si stanno abituando a dormire da soli non dovrebbero essere lasciati a piangere in solitudine, anzi, rispondere rapidamente alle richieste del piccolo rappresenterebbe una vera e propria opportunità per stabilire un legame e sviluppare rituali che garantiscano un riposo tranquillo e profondo. Al contrario, lasciare il bambino piangere da solo potrebbe portarlo ad associare al sonno emozioni negative che il piccolo potrebbe portare con sé per sempre.
I sostenitori di questa seconda teoria consigliano prima di tutto di stabilire orari regolari, senza cedere alla tentazione di tenere il bambino sveglio fino a tardi per farlo stancare il più possibile. Infatti quando sono molto stanchi i bambini possono fare ancora più fatica ad addormentarsi; al contrario, metterli a letto presto potrebbe anche aiutarli a dormire più a lungo.
Eventuali cambiamenti negli orari devono essere graduali. Inoltre è importante creare un ambiente confortevole; la scelta migliore varia da bambino a bambino: alcuni hanno bisogno di più silenzio e più buio rispetto ad altri.
In generale, le coperte non dovrebbero essere fredde ma la stanza non deve essere nemmeno troppo calda. La biancheria utilizzata durante la notte deve essere comoda e il piccolo non deve essere vestito troppo.
Anche se questo approccio prevede di non aspettare a consolare un bambino che si sveglia piangendo, non consiglia di rispondere a qualsiasi rumore del piccolo. Mamma e papà dovrebbero piuttosto imparare a distinguere il vero pianto dalle piccole lamentele, entrando eventualmente nella stanza per verificare se sta dormendo senza però disturbarlo.
Creare delle abitudini
In realtà sembra che non esista un metodo migliore rispetto a un altro: tutto dipende dalle reazioni del piccolo e dalle altre esperienze che sta affrontando. Nemmeno l'età più adatta per iniziare ad abituarli a dormire in una stanza tutta loro è la stessa per tutti i bambini; in caso di dubbi, il modo migliore per sapere quando farlo è chiedere consiglio al proprio pediatra.
Decidere di iniziare ad abituarlo a dormire in una camera diversa da quella dei genitori nello stesso periodo in cui si sta imparando a usare il vasino potrebbe, ad esempio, non essere una buona idea. Cogliere, invece, l'occasione di un trasloco per proporgli di avere finalmente una cameretta personale potrebbe rivelarsi una scelta vincente.
Qualunque sia l'approccio prescelto, alcuni consigli restano invariati. In particolare, è importante accompagnare il bambino lungo questa esperienza, creando un'atmosfera serena e piccole abitudini che lo aiutino a prepararsi al sonno.
Ciò che conta è mantenere il più possibile la calma, ad esempio utilizzando sempre un linguaggio positivo e incoraggiante, in modo che il piccolo non percepisca il momento di addormentarsi come un attimo di tensione.
In ogni caso, non bisogna dimenticare che quando si tratta di abituare un bambino a dormire da solo la tenacia dei genitori è considerata la chiave del successo dell'impresa.