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Come prendersi cura di un tatuaggio

Prurito sul tatuaggio

Chi decide di decorare il proprio corpo con un tattoo o un piercing o di correggere in modo duraturo alcuni dettagli del viso con il trucco permanente (per esempio, per meglio definire l'arco delle sopracciglia o il contorno delle labbra), deve essere consapevole che, anche in assenza di infezioni o reazioni allergiche, dovrà fare i conti con alcuni fastidi per almeno un paio di settimane. 

Uno dei principali problemi post-tattoo è il prurito, che fisiologicamente fa la sua comparsa in corrispondenza della zona interessata e che persiste durante tutto il processo di rigenerazione della pelle, attenuandosi man mano che la cute torna liscia e cadono le croste.

Nella maggioranza dei casi, si tratta di un disagio lieve, che non compromette né la salute né il benessere e che può essere almeno in parte alleviato seguendo le indicazioni fornite dal tatuatore e facendo attenzione a non sfregare l'area del disegno, neppure se prude molto.
 

Prurito dopo il tatuaggio: è normale?

Il tatuaggio è una decorazione che con l’inchiostro penetra nella pelle.  Il tatuaggio può interessare aree cutanee più o meno estese a seconda della tecnica utilizzata e della grandezza dell'area tatuata, con conseguente comparsa di infiammazione e rischio di infezione, a causa di possibili contaminazioni batteriche o virali sia durante l'esecuzione del tattoo sia dopo aver fatto il tatuaggio.

Nei tatuaggi con aghi e inchiostri a promuovere la risposta infiammatoria locale è anche l'inserimento di pigmenti non naturalmente presenti nella cute, che in alcuni casi possono anche indurre allergie cutanee o reazioni immunitarie ritardate di altra natura. Gli inchiostri a maggior rischio di indurre un'allergia (dermatite da contatto o eczema) sono quelli di colore rosso, mentre quelli di colore nero sembrano più sicuri.

Il prurito fa parte delle normali manifestazioni associate all'infiammazione che si osserva dopo la seduta di tattoo e può persistere fino alla caduta spontanea delle crosticine di colore, quando la pelle torna ad essere liscia. 

La comparsa di segni e sintomi come prurito (anche abbastanza intenso), arrossamento, calore, dolore e lieve gonfiore, nei giorni successivi al tatuaggio non deve, quindi, preoccupare, ma indurre a mantenere la massima attenzione nella cura del tatuaggio e a garantirne la protezione dai fattori che potrebbero peggiorare il fastidio o esporre al rischio di complicanze. 

 

Cause del prurito da tatuaggio

Oltre all'infiammazione fisiologica associata al tatuaggio e al più generale processo di rigenerazione della pelle, dopo aver fatto un tatuaggio può comparire prurito a causa di infezioni e allergie cutanee ai componenti degli inchiostri (principalmente, metalli come nichel, cromo o cadmio e prodotti di degradazione dei pigmenti).

Per ridurre il rischio di problemi di questo tipo, è importante rivolgersi a centri tattoo seri, che rispettino tutte le precauzioni igieniche e gli standard di sicurezza previsti dalle normative e in cui operino tatuatori professionisti, adeguatamente formati per eseguire i tatuaggi in modo ottimale, con inchiostri di buona qualità. 

Inoltre, il tatuaggio deve essere eseguito soltanto se la cute della zona prescelta è in buone condizioni, ossia integra, priva di abrasioni, irritazioni o lesioni di altra natura e perfettamente pulita. Chi soffre di allergie cutanee o di altre malattie dermatologiche immunomediate dovrebbe evitare i tattoo, perché il rischio di reazioni avverse immediate (dopo alcuni giorni/settimane dalla seduta) o dopo mesi/anni è particolarmente elevato.

Chi soffre di dermatite atopica, per esempio, presenta un maggior rischio di infezione del tatuaggio da Staphylococcus aureus, a causa della colonizzazione cronica della cute da parte di questo batterio, che può divenire potenzialmente patogeno se trasferito negli strati più profondi della pelle durante l'inserimento degli aghi o durante il processo di guarigione. Inoltre, l'esecuzione del tattoo potrebbe favorire la riaccensione di una dermatite atopica o di una psoriasi in fase latente, causando prurito anche in zone diverse da quella tatuata.

Purtroppo, non esiste un test affidabile al 100% per prevedere il rischio di sviluppare reazioni allergiche al tatuaggio. Neppure i patch test di norma utilizzati per diagnosticare l'allergia ai principali composti sensibilizzanti a livello della cute sono affidabili al 100%, in quanto l’esito negativo potrebbe verificarsi semplicemente perché il soggetto non è mai venuto a contatto con la sostanza, ma questo non assicura che non possa sviluppare un’allergia entrandovi in contatto in seguito al tatuaggio.  Se si soffre di allergie cutanee e proprio non si vuole rinunciare al tattoo è consigliabile optare per tatuaggi piccoli, monocolore (preferibilmente con inchiostro nero, meno sensibilizzante), localizzati in zone del corpo non troppo sensibili, assumendosi il rischio di andare incontro a reazioni avverse croniche, che di norma richiedono la rimozione del tatuaggio (con laser o chirurgia).

 

Come alleviare la sensazione di fastidio da tatuaggio

La premessa indispensabile per ridurre al minimo la comparsa di fastidi in seguito al tattoo è seguire con attenzione le indicazioni di cura del tatuaggio che vengono fornite dal tatuatore al termine della seduta.

Le principali prevedono che la pellicola di protezione applicata dal tatuatore dopo il completamento del disegno e l'applicazione di una crema idratante ed emolliente (di solito a base di vaselina), sia lasciata in sede, per 4 ore, senza toccare né sfregare l'area tatuata e evitando attività che potrebbero causare traumi o contaminazioni. Trascorso questo lasso di tempo, dopo aver lavato le mani con detergente antisettico, la pellicola va rimossa e la zona di cute con il tattoo va lavata delicatamente con acqua tiepida, asciugata tamponando piano e lasciata "respirare" all'aria per qualche minuto.

È importante mantenere la pelle sempre idratata, utilizzando una crema emolliente come Bepanthenol Tattoo Pasta Trattamento Intensivo. La sua formula con Pantenolo crea uno strato protettivo naturale e traspirante che fornisce il livello di idratazione necessario.

Le creme per l'after-care del tattoo vanno sempre stese con movimenti delicati dei polpastrelli, senza insistere né sfregare, per non favorire irritazioni che farebbero aumentare infiammazione, prurito e bruciore.

Dopo queste operazioni, non è più necessario coprire il tatuaggio con la pellicola, a meno che non si sia costretti a frequentare ambienti molto polverosi (comunque preferibilmente da evitare) o si rischi lo sfregamento con i vestiti. L'uso di indumenti morbidi, senza cuciture né bordi rigidi e abbastanza ampi da non sollecitare l'area tatuata è sufficiente per garantire una protezione adeguata durante il processo di rigenerazione cutanea.

Se è stato fatto un tatuaggio in un'area esposta, per almeno due settimane è essenziale utilizzare una crema solare a protezione molto elevata (schermo totale), sia per evitare reazioni di fotosensibilizzazione e relativa comparsa di eczema allergico sia per ridurre il rischio di alterazioni del colore del tattoo. Ulteriori cautele da adottare per 2-4 settimane riguardano la necessità di evitare docce calde, bagni in piscina o mare e saune, e non praticare sport acquatici o di contatto che espongono al rischio di traumi l'area tatuata.

L'area del tatuaggio va lavata una volta al giorno con acqua fresca e sapone neutro, in modo delicato. L'applicazione di Bepanthenol Tattoo Pasta Trattamento Intensivo sulla zona del tattoo deve, invece, essere ripetuta per 3-4 volte al giorno per alcune settimane, soprattutto se si tende ad avere la pelle secca, per far sì che la pelle si mantenga morbida e idratata.

Se nonostante queste cautele la sensazione di prurito a livello del tattoo crea un fastidio significativo, si possono applicare impacchi freddi asciutti: per esempio, avvolgendo sacchetti di ghiaccio in un panno morbido. Assolutamente vietato, invece, sfregare con le unghie o toccare l'area tatuata: si peggiorerebbe solo la situazione, esponendosi anche a rischi ulteriori.

 

Cosa non fare se il tatuaggio prude molto

Se il tatuaggio prude molto, ossia in modo non tollerabile, è probabile che siano insorti problemi di tipo allergico o infettivo. In genere, quando ciò accade si possono riconoscere a livello delle zone tatuate anche altri segni caratteristici, come eccessivo rossore, cute gonfia lungo le linee o nell'area del disegno, alterazione dell'aspetto del tattoo, comparsa di pus o piccole vescicole ripiene di liquido e ispessimenti cutanei. Se è presente un'infezione abbastanza estesa, può insorgere anche febbre.

In tutti questi casi, la prima cosa da evitare è cercare di risolvere la situazione da soli, per esempio applicando rimedi fai-da-te, disinfettanti o creme antibatteriche che si hanno in casa o consigliate da amici. La seconda raccomandazione è evitare di chiedere consigli di trattamento al tatuatore, dal momento che questi professionisti sono formati per eseguire a regola d'arte il tattoo, ma non hanno alcuna competenza medica per gestire le eventuali infezioni o reazioni allergiche che possono svilupparsi nella zona interessata.

L'unico comportamento appropriato è rivolgersi al medico di famiglia e, se necessario, al dermatologo per ricevere indicazioni adeguate ed efficaci per il trattamento della complicanza presente, in piena sicurezza.

Fintanto che il problema non sarà risolto e il tatuaggio perfettamente guarito, si dovrà evitare di esporre l'area tatuata alla polvere e al sole, di effettuare bagni caldi o prolungati, di sfregare la cute già sensibilizzata con le unghie o con asciugamani o vestiti ruvidi, di toccare le croste per facilitarne la caduta e di applicare cosmetici o creme diverse da quelle indicate dal medico. In caso di infezioni, potrà essere necessario ricorrere a farmaci antibiotici, generalmente da applicare sull'area tatuata per 1-2 settimane.

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